non sai mai che dire, lo stomaco ti brucia, le guance arrossate, i pensieri ammassati in soffite di comodo prefabbricate. odi e ti odi. osservi e ti guardi in questo catartico non momento dove la vita è piuttosto l'alternativa al pensare. ritorni ai giorni in cui eri senza rimedio alcuno e i dinosauri ti parevano così lontani e la polvere era solo un presagio. avvenire senza divenire.
lunedì 30 marzo 2009
IN TRE№.6
Come una luce in assenza di sole, straniere le ciminiere che bruciano le sue riflessioni, pattumiere colme di sensazioni e sogni per troppo tempo cullati, attimi disperati, ragionamenti disparati che ti dà soltanto il vuoto, come aspettare un treno che tarda ad arrivare e forse non arriverà mai, come litigare ad un cellulare spento, ricordo di un momento che è già passato.
sabato 28 marzo 2009
IN TRE№.5
IN TRE№.4
Voglio parole stupide da usare come merce di scambio in questo treno colmo di solitudini; voglio fumare liberamente, bere birra gelata e ridere di stronzate. E se mi guardassero non avrei paura, nessun timore, nessuna congiura, pura dittatura del populismo anarcoide, sguardi di un solo occhio come un folle steroide anabolizzante che non si sa che farsene. Non ho paura del mio sguardo di ieri.
IN TRE№.1
Senza numeri fortunati, in treni popolati da facce diverse, riverse: nello scantinato dei loro ricordi, perse: in moltitudini artificiali. Sostanze commerciali che non chiedono altro.
Io cerco qualcosa che è altro; prendo un niente che è altro. Ci sono madri e padri; figli ritratti sui quadri di case deserte: la gente non si diverte, la gente non si diverte. La gente resta inerte dentro le situazioni, schiava delle emozioni e delle aspettative preconfezionate.
Io cerco qualcosa che è altro; prendo un niente che è altro. Ci sono madri e padri; figli ritratti sui quadri di case deserte: la gente non si diverte, la gente non si diverte. La gente resta inerte dentro le situazioni, schiava delle emozioni e delle aspettative preconfezionate.
non voglio parlare di nulla...
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