mercoledì 22 aprile 2009

troppi eroi


Sono falsi eroi che chiedono asilo politico solo nelle orbite di chi li guarda con interesse. Catalizzatori di emozioni troppo facili da raccontare. Senza alcuna soluzione di continuità tra il prima e il dopo. Muoiono quotidianamente come stelle cadenti sperando che il loro ricordo resti una scia di colore e musica techno. Sono falsi eroi ed hanno l’aspetto di esseri plastificati aromatizzati alla birra peroni. Sono i padroni dei venerdì sera di ogni luogo che profumi di vernice fresca. Attori senza palcoscenico che rispondono sempre altro e san sorridere senza gusto. Si esaltano e risaltano nel firmamento delle borse griffate e delle unghie laccate e calpestano solo poche vie. Non hanno mai fame. Hanno sete di rhum aromatizzato alla naftalina di abitudini che si corrodono ancor prima di nascere. Se sfortunatamente t’imbatti nel loro cammino non troverai mai risposte alle tue domande e per pochi istanti potrai pure pensare di essere in torto. Ecco perché è di gran lunga preferibile un solitudine allegramente allucinata che guida i tuoi sogni in una strada di campagna preziosa come una verità sepolta in fondo al mare.

giovedì 16 aprile 2009

m.

straniero e disilluso in un paese alieno dall'architettura fascista. in uno di quei pomeriggi d'agosto dove il sole impone un regime dittatoriale. carrarmati arruginiti mi assordano le orecchie. i want you. i want you. ho una tua foto ma non sò più chi sei. fumo camel light dal pacchetto da dieci e scrocco un accendino ad un tizio sulla settantina. in un bar gioco a biliardo con uno dell'est scalzo. penso a mio padre nel 1982 che guarda Italia-Brasile in un bar del cazzo e al primo goal di Paolo Rossi da una botta sul tavolo frantumando in mille pezzi i suoi occhiali da sole. ricordi straordinari. vinco tre partite su cinque. lo straniero scalzo sorride a sforzo. mi offre da bere. si brinda a non sò che cosa con del montenegro liscio. un conato di vomito mi fa ritornare per un istante adolescente che tracanna vodka alla pesca. sono e ti penso. credo di svenire mentre ti guardo ma sei ancora solo un pensiero. ho flashback di momenti di passione. nel nostro mondo medievale ti ho svelato chi ero. la tua casa è un'oasi nella campagna desertica. la raggiungo a fatica. nella stanza della musica spingo a caso i tasti del tuo pianoforte. mad world. mad world. mad season... il prima e il dopo son relativi in questa nostra storia. questo è il momento.

mercoledì 15 aprile 2009

fuori-luogo


Ci son stati giorni nei quali te la facevi con un gruppo di sogni che cavalcavano verso il potere. Ci son stati attimi in cui sognavi in un perenne anno zero. Avevi un sorriso che conduceva lo sguardo di chiunque all’interno di un non momento. Eri come il rhum invecchiato bevuto a gollate nei pomeriggi d’agosto. Giocando a calcino negli squallidi bar dei quartieri periferici di Ferrara. Eri involontariamente fuori luogo mentre fumavi le tue Camel invidiando chi non sapeva ascoltare. Tu volevi tutto mentre il niente ti avvolgeva senza rimedio alcuno. L’organo che riproduceva il tuo rock era esausto, la sua sola compagnia il respiro. Suoni metallici in cassa integrazione calpestavano i confini del tuo sentire. Senza più reazione. Non eri più ciò che desideravi da troppo tempo. Non eri più l’allegro bevitore di Porto in una polverosa enoteca di via contrari. Calpestavi le sere facendo scivolare le tue mani sui muri pieni di scritte politicizzate. Ti vestiva solo l’involontaria benevolenza negli sguardi di occasionali passanti. Ad un certo punto, conscio di tutto ciò attendevi solo che calasse il sipario e che gli scenografi mutassero la scena.

sabato 11 aprile 2009

basquiat e resurrezione

questa notte ti ho immaginato nella stanza delle mie aspirazione anoressiche mentre attaccavi alle pareti quadri di basquiat...e ti ho sorpresa che toglievi la polvere dai miei segreti. ti lamentavi di esserti aperta alla vita nel momento sbagliato, in fila al distributore per lo sciopero dei benzinai, con una frenesia e uno sguardo che non ti appartenevano. anni fà i nostri conti correnti non esistevano, mentre ora il mio ha 7,29 euro perchè i servizi sociali non pagano. è colpa dei comuni. dicono. è sempre colpa dei comuni ma non ci crediamo e sorridiamo immaginandoci feroci e bambini. gridiamo al cielo senza pensare alle conseguenze. mi sorprendo troppo spesso delle tue intuizioni quando ascoltiamo piero ciampi e tu mi sottolinei le caratteristiche della sua voce. cani troppo puliti sognano distesi nella ghiaia di fronte al parcheggio delle mura, noi ci fermiamo a guardarli e dopo poco pensiamo ai nostri sogni e alla saggezza che tarda ad arrivare. al di là di tutto e di tutti. al di là della fine. la sola libertà che ci rimane è sognare. al molo 17 sbronzi e affamati ci diciamo cose che son vere ed istantanee. in quel momento le nostre teste sono pensieri e reazioni. mentre fuori, sulla città, dolcemente piove.

giovedì 9 aprile 2009

IN TRE№.13

Siamo stati cancellati dall’eterno divenire di stazioni sempre uguali. Ci siamo scordati chi siamo. Ci siamo limitati negli eccessi. Ci siamo promessi disobbedienza. Ci siamo negati riconoscenza. Ci siamo odiati come si odiano i fratelli. Con la purezza che è essenza e luce, e scivola meravigliosamente sui binari che ci conducono al completo oblio della nostra mente.
Ti ripetevi sino all’ossessione che non c’era soluzione alle sterili ragioni, mistiche tensioni, casi avversi. Ogni colore assomigliava sempre più ad un satellite lontano e vulnerabile, non c’era la possibilità di trattare in quell’isola di non silenzio. Solo sfruttare. Solo. E sfruttare.



Maledizione.


Reagivi. E dipingevi le loro bieche convinzioni con l’andirivieni delle tue emozioni. Incenerivi tutti i loro scarni ricordi. Loro si crogiolavano lavando quintali di scuse quasi morte, facevano di tutto per ravvivarle. Avevi smesso di credere ai facili sorrisi in quella terra aliena, dove non nascevano gli ulivi e non c'erano rimorsi.

venerdì 3 aprile 2009

Affidarsi...


...per l'ennesima volta al caso. Avvenire senza riuscire a dimenticare mentre tu mi parli dei film di Bergman. Sfruttiamo e sperimentiamo sino all'ultima gollata di fumo i nostri discorsi in questo mattino di tardo inverno dove le ragnatele si sono cristallizate nei cancelli di case piene di crepe.

i nostri discorsi bagnati da sputi per il troppo orgoglio colorano i muri pieni di poster ingialliti.

giovedì 2 aprile 2009

IN TRE№.8


Ogni notte su questo treno penso al tuo calore che fuoriesce dal cuore di pensieri che divengono sogni. Ogni notte su questo treno i bisogni sudano e mendicano, rivendicano assistenza. È la conoscenza che chiede solo di essere svelata. Non smetterò mai di raccontarti, stesi in un vagone letto, quando è notte e i nostri umori si miscelano divenendo tutto e niente. E ci ripeteremo sino alla nausea quanto siamo stati stupidi ad agitarci per un futuro tanto prossimo senza comprendere veramente che questo treno non si fermerà mai più.